Colpo di scena per una massa d’aria africana subtropicale a fine gennaio su Milano e Val Padana?
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Una possibile variazione anomala sulla Val Padana
L’inverno del 2025 potrebbe presentare una situazione meteo che definire straordinaria è poco, con i modelli numerici, in particolare l’americano GFS, che segnalano un cambiamento anomalo e significativo nella configurazione atmosferica a livello emisferico. Verso la fine gennaio, potremmo assistere a un afflusso di aria subtropicale, un fenomeno noto come “botta africana”, che potrebbe colpire città come Milano e l’intera Val Padana proprio nei giorni tradizionalmente più freddi dell’anno, i cosiddetti “giorni della Merla”. Questa prospettiva non è solo inusuale, ma rappresenta una vera e propria anomalìa climatica potenzialmente difficile da accettare considerando che, storicamente, la fine di gennaio è caratterizzata da un clima rigido, con episodi di gelo e persino nevicate. Secondo le ultime proiezioni, si stima che le temperature massime in alcune aree della pianura padana possano avvicinarsi o addirittura raggiungere i 20°C, un evento paradossale per il periodo dell’anno.
Chi sta facendo questa previsione assurda?
Non solo il modello GFS, ma anche altri modelli meteorologici, come l’ECMWF, mostrano schemi simili, sebbene con alcune cautele. Prima si parlava di un possibile ritorno del gelo verso la fine del mese, con temperature più consone alla stagione invernale. L’ipotesi di un’onda di caldo anomalo sta ora acquistando sempre più credibilità, suscitando preoccupazione e curiosità simultaneamente tra esperti e appassionati di meteorologia. Le cause di questa straordinaria anomalia devono essere cercate nella dinamica atmosferica a livello emisferico, dove si potrebbe assistere a una temporanea accelerazione o riaccorpamento del Vortice Polare. Ciò potrebbe portare a un rafforzamento dell’anticiclone subtropicale, favorendo l’arrivo di correnti calde provenienti dall’Africa settentrionale verso l’Europa meridionale, inclusa l’Italia.
La Val Padana è naturalmente predisposta all’accumulo di nebbie e inversioni termiche, il che potrebbe portare a variazioni locali significative. È plausibile che le temperature massime nelle aree collinari possano risultare più elevate rispetto alle pianure, dove l’aria calda potrebbe avere difficoltà a penetrare adeguatamente. I giorni della Merla, tradizionalmente associati ai condizionamenti più rigidi dell’anno – il 29, 30 e 31 gennaio – potrebbero quindi trasformarsi in giorni insolitamente miti, contraddicendo la leggenda secondo cui una merla sarebbe diventata nera a causa del fumo di un camino in un’epoca di freddo estremo.
Un’eventualità così radicale non rappresenterebbe semplicemente un evento raro, ma potrebbe anche essere considerata un chiaro indicatore dei cambiamenti climatici in atto. L’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi, come ondate di caldo fuori stagione alternate a episodi di gelo intenso, sottolinea l’urgenza di affrontare le sfide legate alla crisi climatica attuale. Ciò non solo invita a riflettere sulla variabilità del nostro clima, ma spinge anche a considerare le implicazioni che questi cambiamenti possono avere sulla vita quotidiana e sulle pratiche agricole, sul consumo energetico e sulla salute pubblica.
Proiezioni a medio e lungo termine non sempre attendibili
Nonostante le proiezioni attuali siano affascinanti, è opportuno ricordare che si tratta di previsioni a medio-lungo termine, il che implica la possibilità di variazioni significative nel tempo. L’atmosfera è un sistema complesso e in continua evoluzione e, man mano che ci si allontana dall’orizzonte temporale immediato, l’affidabilità delle previsioni tende a diminuire. L’importante è proseguire il monitoraggio attento degli aggiornamenti dei modelli numerici per determinare se questa tendenza si confermerà o se, al contrario, assisteremo a un ritorno di condizioni invernali più rigide. In ogni caso, ciò che emerge è un ulteriore esempio della variabilità estrema che caratterizza il clima contemporaneo.
Un’ondata di caldo subtropicale a fine gennaio rappresenterebbe un evento straordinario per Milano e la Val Padana, in particolare durante i giorni della Merla. Sebbene le proiezioni siano ancora soggette a evoluzioni, un tale scenario rappresenterebbe una chiara testimonianza di come il clima stia diventando sempre più imprevedibile.
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