Il Trullo è opera d’ingegno.
Uomo che scava, raccoglie la pietra e strappandola alla terra la eleva, una sull’altra, insieme, trovandone l’una gemella dell’altra. E unite diventano forza della natura; assemblate si riconoscono in un Trullo, solidali e potenti.
Si fanno paesaggio, entrando nel contesto senza clamori; presenza possente ma gentile con le sue forme prive di spigoli e generose di curve, di forme elementari e semplici, di facile lettura.
Per questo il Trullo diviene architettura abitata, possedendo quella grazia, a dispetto della materia rude che lo compone, che accoglie e accompagna la vita attenuando i ritmi.
Regala il fresco e il calore quando serve; sembra che conosca i bisogni umani e li assecondi. Perciò il Trullo sopravviverà al suo proprietario che ne diviene custode temporaneo e lo coltiverà per la futura memoria.
Esso nel suo tempo resterà per sempre un luogo di accoglienza.
La struttura
Pietra carsica sulla terra rossa, natura dai colori forti. Patrimonio dell’architettura tradizionale millenaria, dal sapore contadino, i trulli sono edifici dalla tipica forma a cilindro sormontato da una cupola a cono, costruiti esclusivamente in pietra locale posta a secco, senza calce né malta, con un magico gioco di incastri e geometrie che resistono nel tempo.
Proprio in un abbagliante “agglomerato a grappoli” ecosostenibile noi abbiamo fatto una residenza di famiglia ove trascorrere le vacanze, produrre olio evo e accogliere ospiti.
I Trulli Le Cinque Querce sorgono nel cuore della Puglia, la miniera dell’oro verde, al centro della depressione carsica della Valle d’Itria tra Locorotondo, Martina Franca e la Murgia di Alberobello.
Vi esortiamo a soggiornare nell’antica dimora rurale immersa in un delizioso fazzoletto di terra rossa, popolata da olivi secolari, alberi da frutto, querce e macchia mediterranea per riscoprire il benessere dell’abitare, l’arte semplice del vivere quotidiano, per riappropriarsi del tempo, della natura, delle tradizioni, per trovare la genuina ospitalità familiare e la serenità mediterranea.
Edificato a fine ‘800, sapientemente restaurato dal maestro della pietra, il trullaro, ha conservato le sue caratteristiche originarie. Il rifugio è essenziale, rifinito e dà il benvenuto a due persone; è composto da tre coni e ognuno corrisponde ad un ambiente, camera da letto, angolo cottura e sala da bagno, arredato per soddisfare le esigenze.
L’unità abitativa adiacente è riservata ai proprietari, pronti ad accogliere con estrema discrezione, assistendo la Vostra permanenza con preziosi consigli sui servizi locali, sull’offerta turistica ed eno-gastronomica, sui beni culturali e ambientali di cui sono ricchi i luoghi circostanti. Non di rado si torna a casa avendo nuovi amici.
Sono altresì a disposizione un buon numero di libri e riviste dedicate alla Puglia e dalla loro lettura trarrete ulteriori informazioni utili per pianificare la vacanza in una terra che vi stupirà. Non mancherà l’occasione di raccogliere insieme i frutti della nostra terra così generosa e assaporarli, tutto all’insegna di una vacanza “green”.
I fiabeschi coni sostenuti da incredibili mura dello spessore di due metri sono situati in un borgo di un antico tratturo, chiamato “del Milanese”, in una tipica contrada, Cerrosa di Caroli detta Sirri, abitato tutto l’anno da persone laboriose, affidabili, e disponibili tanto da apprezzare la loro vicinanza.
Alla scoperta del trullo
Il complesso vernacolare presenta un adattamento ottimale alle condizioni climatiche, poiché la grande massa della costruzione e i materiali impiegati, pietra calcarea, forniscono una forte inerzia termica. La grande massa muraria del trullo, assorbendo di giorno il calore del sole e cedendolo di notte, è in grado di regolare il microclima interno all’abitazione riducendo, di fatto, di molti gradi la temperatura interna rispetto all’esterno.
Il comfort è aumentato dalla buona ventilazione, garantita dall’effetto “camino” dovuto alla forma conica della sezione ed a una certa permeabilità dei muri costruiti a secco, che permettono all’aria di filtrare tra le pietre. Il riciclo dell’aria, che contribuisce all’inversione della temperatura all’interno dell’abitazione fra le ore diurne e quelle notturne, è favorito dai focolari, antichi spazi posti sul livello del pavimento che erano sovrastati da camini con delle cappe di grosse dimensioni, alle volte coincidente con l’intera “candela”, volta a cono. Il focolare serviva per cucinare o per riscaldare l’ambiente. I contadini infatti sollevano raccogliersi attorno ad esso per il loro meritato riposo.
Per la sua forma, i materiali utilizzati e i metodi di fabbricazione applicati, all’interno del trullo si gode del fresco diffuso e gradevole durante le calde giornate estive. Il sonno in un trullo è placido: si dorme con un candido lenzuolo per risvegliarsi il mattino seguente ritemprati, vitali e carichi di benessere. Sugli effetti benefici che il trullo infonde vi sono varie teorie e ipotesi fra cui una naturale capacità costruttiva di cui gli antichi mastri costruttori erano dotati, antesignani della bioarchitettura.
Altro esempio di utilizzo delle risorse naturali e del contenimento del bilancio energetico è la raccolta delle acque piovane, che scivolando sulle “chiancarelle”, le tegole del cono, sono chiarificate e convogliate, con un sistema di compluvi che raccordano i coni fra loro, nella cisterna collocata in genere sotto il trullo maestro. La cisterna era realizzata in seguito allo scavo necessario per reperire le pietre utili per la realizzazione del trullo. Tale sistema abbatteva anche i costi di costruzione.
Pur avendo in genere piccole finestre, l’abitazione è sufficientemente luminosa per via delle mura imbiancate a calce e della pietra calcarea bianca con venature rosso ruggine che riflettono la luce.
Sulla sommità della cupola è presente l’unica parte in cui la pietra è legata con la malta, imbiancata con la calce. Nella parte più alta si staglia verso il cielo terso e azzurro il pinnacolo, realizzato con pietre che hanno forme spesso ispirate a simboli mistici o religiosi.
La consuetudine d’imbiancare gli esterni con la calce accresce la riflessione della radiazione solare. Il colore bianco di calce ha una grande valenza cromatica ed è quello che maggiormente si accende nella vampa dei meriggi o nella gloria delle aurore e dei tramonti. Vi si riflette perfino la chiara freschezza dei mattini. E’ l’unico che si animi e palpiti al chiarore lunare. Nei paesi del Mediterraneo il bianco di calce non è solo un colore. E’ un sacramento. Ricco di significati: ispira un senso di freschezza immacolata, di pulizia e di nitidezza.
Se riuscite a ritagliare un po’ di spazio al mare, alle visite, agli eventi di cui è ricca l’estate dei borghi, si consiglia di trovare anche il tempo per oziare nei caldi pomeriggi al suono delle cicale, percepire gli aromi all’ombra dei nostri guardiani patriarchi su un’amaca matrimoniale o di immergere lo sguardo nella volta stellata incredibilmente brillante delle notti pugliesi.
Platone scriveva: “La bellezza è lo splendore della verità”. Vieni ad incontrarla qui.