Tricase

Cenni storici

Molteplici le versioni sulle origini di Tricase: alcune di esse motivano la sua fondazione, riferiscono sul periodo storico della sua nascita e spiegano il suo toponimo. Le più ricorrenti sono quelle di Antonio Micetti di Tricase e del Padre Cappuccino Luigi Tasselli di Casarano.

Si racconta che anticamente (tra il X e l’XI secolo) esistessero tre Casali e, dall’unione di essi, pare sia nato il primo nucleo di abitazioni che diede il nome alla cittadina. Sulla denominazione dei tre Casali, gli storici si dividono: Luigi Tasselli riteneva si chiamassero Trunco, Monesano e Amito Cuti; Antonio Micetti, invece, li denominava Menderano, Voluro e San Nicola. Probabilmente, l’etimologia è sbagliata e più che ai tre Casali, la parola Tricase si tradurrebbe originariamente come inter casas, a indicare un paese formatosi in mezzo a diversi Casali. Inter casas, cioè centro sorto tra altri nuclei abitati, che si sarebbero fusi o in seguito a incremento demografico o, con maggiore probabilità, per motivi di sicurezza, determinando così la nascita di un nuovo centro abitato.

È opinione ormai consolidata che l’unione dei tre Casali fu generata dal bisogno di forza: essendo piccoli, deboli e inermi, erano spesso attaccati, invasi e derubati dai barbari e dalle genti dei luoghi limitrofi. Tutto ciò accadde, si dice, intorno all’anno 1030. È giusto ricordare che anticamente la denominazione di Tricase fu anche “Treccase”, poi “Trecase””, successivamente “Tricasi” o “Tricasium” e solo infine quella attuale.

Signori e feudatari di Tricase

I primi Signori di Tricase sembra siano stati Demetrio Micetti, Nasone de Galerato, Angelo de Cafalia e Goffredo de Lavena. Seguirono numerosi feudatari: Raimondello Orsini Del Balzo, Baldassarre e Antonello Della Ratta, Ludovico Benavola, Pirro Castriota, Federico Pappacoda, Scipione Santabarbara e Stefano I Gallone, primo Barone di Tricase. Dal 1558 al 1806, fino alla eversione delle feudalità, Tricase rimase sempre nelle mani dei Principi Gallone, nobile famiglia, probabilmente indigena di Terra d’Otranto, la quale cominciò a innalzarsi alla fine del XVI secolo. Di questa importante famiglia ricordiamo l’avvenuta morte di Maria Bianca Gallone, ultima Principessa di Tricase, nel 1982.

Approfondimenti

Davide Maria Turoldo
Davide Maria Turoldo (1916 – 1992), teologo, filosofo, scrittore e poeta, nato a Coderno di Sedegliano (Udine), si recò più volte nel Salento e a Tricase, una decina di volte fra il 1970 e il 1987. Qui, si innamorò del luogo e della gente generosa, ospitale e autentica che vi abitava. Testimonianza di questo forte legame sono gli accorati versi che il Padre ha dedicato agli abitanti.

Amici di Tricase

Gente di Puglie a Tricase, figli
delle molte fedi che in mezzo a oliveti
dalla lieve ombra, scendete a Leuca,
sperone d’approdo della Luce, e lungo
strade che portano ancora nomi
e vestigia della grande Madre, come
per una vostra Mambre piantate la tenda
alla Quercia Vallonea, e attendete
pur voi i divini messaggeri a recare
le promesse di eternità della stirpe:
figli siete del mito e di una terra
di non mai vinte divinità. E da Calino
vi giunga l’eco degli antichi canti
e come per il poeta al di là della siepe
pure per voi “il naufragar” sia dolce…

Padre David Maria Turoldo

“David Maria Turoldo – Un uomo vero, un cristiano autentico”
A cura di Francesco Accogli – Edizioni dell’Iride 2002

Abbazia Santa Maria de Amito o del Mito

Poco si conosce di quella che fu l’Abbazia de Amito o de lo Mito o l’Abbazia di San Tommaso del Mito, comunità di monaci italo-greci e centro di cultura nonché masseria totalmente autosufficiente, situata tra il feudo di Tricase e quello di Andrano. Tra il secolo VIII e il IX sorsero un po’ dappertutto numerose abbazie, cenobi, chiese e cappelle rurali fondate dai Basiliani. Questa di Tricase dovrebbe essere sorta proprio in questo periodo, anche se non siamo certi della sua precisa nascita. Attualmente, per la verità, l’incuria e la malvagità dell’uomo hanno distrutto completamente il tutto ed a testimoniare la presenza di quello che fu un importante centro di cultura e di fede sono rimasti solo dei ruderi e delle pietre.

Castello Baronale dei Trane (Tutino)

Castello Baronale dei Trane

Il castello di Tutino fu costruito verso la fine del ‘500 e all’origine il fosasto antistante circondava il nucleo centrale. La cinta muraria ed il fossato sono perciò più antichi del castello; la cinta muraria è alta dai 6 ai 7 metri ed è spessa un metro e mezzo circa. Era rafforzata da ben nove torri di cui ne rimangono, attualmente, solo cinque. Il castello, prospiciente la piazza omonima, venne edificato nel 1580 da Don Luigi Trane, come recita l’epigrafe posta sulla facciata. Sopra il portne d’ingresso è ancora possibile vedere lo stemma dei Trane. Il materiale utilizzato è il carparo giallastro, le finestre sono in pietra leccese e su quelle più antiche sono incise delle massime ancora perfettamente leggibili. La parte meglio conservata del castello è quella posteriore rivolta ad est.

Castello dei Winspeare (Depressa)

Castello dei Winspeare

Il Castello è oggi proprietà del Barone Riccardo Winspeare, porta nelle sue pietre la storia del piccolo centro salentino. Il nucleo più antico è del XIV secolo. Fu, per diversi anni, ritenuto secondario ed utilizzato come semplice masseria. Conserva ancora le due torri quadrate del 1500, il loggiato e la scala che danno su un cortile rettangolare, al quale nell’800 fu aggiunto un porticato. E’ ben conservato e abitato dalla famiglia Winspeare, nel piano sottostante c’è un ricco museo che testimonia la storia del Casato e l’amore per gli antenati, i loro costumi e le loro tradizioni.
Nel periodo estivo il Castello dei Winspeare ospita quasi ogni anno numerosi personaggi delle Case Reali d’Europa. I più affezionati sono gli attuali Sovrani del Belgio.

Chiesa della Natività e della Beata Maria Vergine

La prima Chiesa Parrocchiale di Tricase, molto danneggiata dai Turchi nel 1480, dai soldati del Conte di Lecce nel 1495 e dai Veneziani nel 1528, cadde per vetustà e ne venne costruita un’altra nel 1581 dedicata alla Madonna del Foggiaro. Anche questa Chiesa, forse per cattiva manutenzione, subì delle rovine; per questo si ritenne necessario restaurarla ed allargarla, iniziando l’esecuzione dell’opera nel 1763.
Il 24 luglio 1784 l’opera era compiuta. La Chiesa veniva aperta al pubblico e l’arciprete Don Vincenzo Resci teneva un’interessante omelia al popolo. Autore della costruzione fu un eccellente artefice, Adriano Preite di Copertino (1724 – 1804). Anche questa Chiesa ha avuto nel tempo diversi interventi di importanti maestri. È di pregevole stile barocco; ha una facciata di pietra con portale, fiancheggiato da coppie di colonne e sormontato da un’edicola a nicchia.
L’interno della Chiesa è di dimensioni maestose e ha forma di croce latina; è piena di luce, perché illuminata da 18 occhioni mistilinei e da 4 piccoli occhi nella crociera. Le volte sono ricche di stucchi, che ornano artisticamente il tutto.
Oltre l’altare maggiore, costruito nel 1876, che è dedicato alla Natività di Maria Vergine, ha 12 altari laterali.
Il pulpito intagliato a fogliame è opera dell’artista Raffaele Monteanni di Lequile, che lo eseguì nell’anno 1795. Sono presenti anche alcune tele e quadri di valore del famoso Tiziano Veneziano, del Catalano, del Coppola, del Palma il giovane e del Veronese. Nella parte sottostante, nella suggestiva Cripta dedicata alla Madonna di Pompei, riposano le spoglie mortali di un eminente Figlio di Tricase, Giovanni Panico, Cardinale di Santa Romana Chiesa.
L’11 febbraio 1995 la Chiesa Matrice è stata riaperta al culto, perché chiusa il 27 agosto 1992 per restauro. Per l’occasione è stato commissionato un nuovo grande dipinto “Il Cenacolo”, di metri 8 x 4,25, del pittore Roberto Buttazzo di Lequile (Lecce), che è stato sistemato nell’interno sulla porta principale d’ingresso.

Chiesa di San Domenico e Convento Domenicano dei SS. Pietro e Paolo.

Chiesa di San Domenico

L’attuale Chiesa di San Domenico, di stile barocco, completata nel 1688 con la facciata rivolta su piazza Giuseppe Pisanelli, fu costruita su un’altra più antica che era rivolta a mezzogiorno, lungo la via Guidone Aymone.
La Chiesa è servita da due porte: una centrale, che dà direttamente sulla piazza con un enorme e panoramica scalinata antistante, l’altra laterale, di fronte alla Torre piccola e servita da una piccola scala. Ha una vasta e luminosa navata rettangolare, 7 cappelle profonde laterali. Illuminata da 13 finestroni a lira eguali per disegno a quelli della Chiesa della Natività della Beata Maria Vergine. Sono da notarsi anche 10 statue di pietra policroma, 4 tele ad olio di Saverio Lillo di Ruffano (Lecce) del 1769 e il quadro della Circoncisione del Coppola di Gallipoli (Lecce). Il cielo appeso in legno è di una meraviglia unica; così il coro di noce, intagliato nel 1703, può dirsi di stile rinascimentale per gli ornati rettilinei, non manierati.
Il Convento dei Domenicani, dedicato ai SS. Pietro e Paolo, fu costruito da Frà Nicolò Paglia di Giovinazzo (Bari), compagno di San Domenico; la tradizione locale afferma che sia stato il sesto Convento di quell’ordine e che fu registrato nel 1612 tra le case della provincia monastica di Puglia.
Su questo storico monumento religioso, nel 1977, il preside Salvatore Cassati di Tricase ha scritto un interessante volume dal titolo: La Chiesa di San Domenico in Tricase. Notizie di storia e di arte.

Chiesa di San Michele Arcangelo (detta Sant’Angelo)

Chiesa di San Michele Arcangelo

La Chiesa di San Michele Arcangelo costituisce il nucleo centrale dal punto di vista storico-urbanistico dell’intera zona nella quale è ubicata. Dall’epigrafe incisa nel fregio della porta si rilevano alcuni dati essenziali per la conoscenza del monumento, quali il committente Cesare Gallone, figlio di Alessandro I, secondo Barone di Tricase e l’anno di costruzione 1624. Non parla dell’autore di questa costruzione, pur importante e suggestiva, di stile tipicamente rinascimentale. La Chiesa di San Michele Arcangelo è ritenuta una delle “sette perle” dell’architettura leccese. All’interno della Chiesa sono da notare un antichissimo organo ed alcune tele di valore.

Chiesa Nova o della Madonna di Costantinopoli o Chiesa dei Diavoli

Da Tricase andando verso la marina di Tricase-Porto per la vecchia strada si incontra la Chiesa
della Madonna di Costantinopoli, chiesa rurale di forma ottagonale, sorta nel 1684 a cura della Famiglia Jacopo Francesco Arborio Gattinara, Marchese di San Martino, denominata anche Chiesa “dei Diavoli” o Chiesa “Nova”; secondo una leggenda che la vuole costruita dai diavoli in una sole notte. Questa Chiesa dista da Tricase mezzo miglio circa, ha cinque altari ed è attualmente murata
e sconsacrata. Un tempo fu molto importante per la sua forma e per essere in aperta campagna.

Monumento a Giuseppe Pisanelli
Tipologia: Da visitare | Varie
Monumento a Giuseppe Pisanelli
Scheda di dettaglio

Il monumento all’illustre tricasino Giuseppe Pisanelli (1812 – 1879) è opera dello scultore Antonio Bortone (1844 – 1938) di Ruffano (Lecce). L’opera fu terminata nel 1924, ma solo nel 1952 venne inaugurata dal prof. Giovanni Leone, in seguito eletto Presidente della Repubblica Italiana.

Palazzo Comi (Lucugnano)
Tipologia: Da visitare | Palazzi ed edifici storici
Palazzo Comi
Scheda di dettaglio
Il Palazzo Baronale del poeta Comi è attualmente proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Lecce, vi ha sede, a piano terra, la Biblioteca Provinciale “Girolamo Comi” e, al primo piano, il “Museo Comi”, nel quale si conservano il patrimonio librario e gli scritti del poeta salentino.

Palazzo Principesco dei Gallone
Tipologia: Da visitare | Palazzi ed edifici storici
Palazzo Gallonne
Scheda di dettaglio
Palazzo Principesco dei Gallone
Fra i monumenti più significativi di Tricase primeggia il Castello o Palazzo dei Principi Gallone, ora proprietà e sede del Municipio. Questo grandioso palazzo principesco risulta formato da tre elementi principali: la Torre, il Torrione e il Corpo vero e proprio dell’edificio. Le prime due parti sono le più antiche e conservano ancora le caratteristiche strutture del Trecento; il nucleo centrale, costruito nel 1661 da Stefano II Gallone, primo Principe di Tricase, costituisce il corpo del
Castello.
Il Palazzo, che ha l’aspetto del palazzo e del castello insieme, come tutti i castelli feudali di quel tempo, fu trasformato in abitazione dalla Famiglia Gallone. La tradizione vuole che Stefano II Gallone abbia voluto fare tante stanze quanti i giorni dell’anno e una sala detta “del trono”, di metri 24,30 x 11,70, tanto grande da contenere più di mille persone.
Negli anni cinquanta, essendo il palazzo compreso tra i beni in vendita, fu comprato dal Comune di Tricase. Negli ultimi periodi si è proceduto al restauro e ad una diversa valorizzazione dello storico monumento.

Santuario Madonna di Fatima (Caprarica del Capo)
Tipologia: Chiese, cappelle, conventi e santuari | Da visitare
Santuario della Madonna di Fatima
Scheda di dettaglio

Sulla collinetta dedicata alla Madonna di Fatima sorge una chiesetta che venne elevata a Santuario nel 1957 in occasione del quarantesimo anniversario delle apparizioni della Madonna di Fatim

 

 

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