Educazione Alimentare nelle Masserie di Puglia
Attraverso il cibo e il suo corretto utilizzo passano diversi concetti legati alla qualità della vita individuale, sociale ed ambientale. Senza dimenticare la valorizzazione del territorio da cui proviene. A tal proposito, il progetto «Mangiar Sano in Masseria» costituirà uno degli eventi più preziosi, legati al tema sempre più attuale del «food» e del benessere legato ad esso: il tutto nella cornice storica di alcune delle più belle masserie pugliesi. Il progetto è promosso e organizzato dall’associazione culturale Fantarca, con il sostegno del Consiglio Regionale della Puglia e con la direzione artistica di Piero Montefusco; per la parte scientifica vi collabora il gruppo del prof. Antonio Moschetta del Dipartimento Interdisciplinare di Medicina – Università degli Studi Aldo Moro di Bari; consta di cinque appuntamenti, dal 28 ottobre al 2 dicembre 2019, e si terrà in quattro masserie di Puglia a produzione biologica. Sarà rivolto a scolaresche di giorno e ad un pubblico adulto di sera, e si avvarrà, tra gli altri, della presenza prestigiosa del gastroenterologo di fama internazionale Antonio Moschetta, Professore Ordinario di Medicina Interna all’Università di Bari.
Il cibo e il suo universo, dunque, saranno i grandi protagonisti di appuntamenti che si inaugureranno lunedì 28 ottobre (alle 10, con una visita guidata delle scuole) e poi mercoledì 30 ottobre, alle 20, nella Masseria Spartaglio di Putignano, alla presenza del Presidente del Consiglio Regionale Mario Loizzo : per l’occasione la visita alla masseria sarà seguita da una presentazione della ricercatrice e biologa Marilidia Piglionica, che parlerà di grano e farine e dall’intervento del regista e attore Vito Signorile, intorno alla sua fortunata pubblicazione di qualche anno fa «Ce se mange iòsce?» (Ed. Gelsorosso).
L’11 novembre (alle 10 per le scuole), e il 13 novembre (alle 20) l’appuntamento si sposterà nella Masseria “Salumi Martina Franca”, con in primo piano il tema delle carni rosse e carni bianche. Poi il 18 novembre (alle 10 per le scuole) e il 20 novembre (alle 20) toccherà alla Masseria Salamina di Pezze di Greco (argomento: gli ulivi e l’olio extravergine), che ospiterà lo spettacolo della compagnia teatrale «Le Tavole Magiche», dal titolo «Impana l’arte e… Cibo, teatro e musica».
«Mangiar Sano in Masseria» si concluderà alla Masseria La Lunghiera di Turi (argomento: il latte e i suoi derivati): il 25 novembre (alle 10, per le scuole) e il 27 novembre (alle 20) con il Professor Antonio Moschetta che duetterà con l’attore e anchor man Antonio Stornaiolo. Il 2 dicembre, infine, nell’Agorà della Regione Puglia, si terrà la presentazione dei lavori eseguiti con le scuole, con i risultati dell’iniziativa.
Per tutti gli appuntamenti serali nelle masserie, il costo d’ingresso sarà di 10 euro. La prenotazione è obbligatoria (il numero è limitato, disponibilità massima di 30/35 persone). Sarà attivo un servizio pullman di andata e ritorno (al raggiungimento delle 30 prenotazioni). Infotel prenotazioni: 342.800.73.05 – 348.080.90.91.
MANGIARSANO IN MASSERIA:i temi e gli argomenti.
Il cibo si presta ad essere trattato da diversi punti di vista: il cibo come gusto del buon mangiare, il cibo come ebbrezza, rivoluzione e liberazione della mente, il cibo come convivialità e socializzazione, il cibo come potere, il cibo come malattia, disagio, diete, il cibo come sessualità, il cibo come multiculturalità, il cibo come turismo e valorizzazione del territorio nel suo legame con l’ambiente e la biodiversità.
Il progetto Mangiar Sano in Masseria intende affrontare il tema del cibo legandolo alla qualità della vita individuale, sociale, ambientale ed alla valorizzazione del territorio pugliese. Un percorso di educazione alimentare per sensibilizzare soprattutto ad un’alimentazione sostenibile, fortemente incentrata sulla territorialità e sulla biodiversità del cibo, elementi fondamentali per una buona qualità della vita. Infine, non va dimenticato il cibo come volano turistico.
Una scelta che deriva da risultanze salutistico-ambientali che da più parti il mondo scientifico ci ammonisce di considerare. Se da una parte, infatti, vi sono al mondo 900 milioni di persone che soffrono la fame, molte di più sono quelle in sovrappeso od obese. Il problema di nutrire la sempre crescente popolazione mondiale sinora è stato affrontato per lo più in termini quantitativi, preoccupandosi solo di fornire quantità di cibo sufficiente. Ma la velocità con cui si sta perdendo la biodiversità e si degradano gli ecosistemi, con tutti i problemi connessi per la salute umana, rende urgente affrontare la questione della qualità dei sistemi agricoli e alimentari.
Attualmente, tre coltivazioni di base – mais, grano e riso – forniscono da sole il 60 per cento dell’apporto energetico di origine vegetale, mentre con le modificate condizioni economiche di una sempre maggiore quantità di popolazioni, sempre più persone abbandonano gli alimenti tradizionali vegetali, sostituendoli con diete ricche di carne, grassi animali, zuccheri e farine ultraraffinate, sostanze che provocano diverse malattie metaboliche (diabete, colesterolo, cardiopatie), l’obesità, le allergie e le intolleranze.
Mangiar bene e sano, quindi, non è un “capriccio elitario” ma una necessità dei tempi moderni. Infatti le ricerche nel campo della nutrigenomica (la scienza che studia le correlazioni tra alimenti e modifiche del DNA) indicano che mangiare sano aiuta a prevenire ed a trattare molte malattie croniche come l’obesità, l’ipertensione arteriosa, le malattie dell’apparato cardiocircolatorio, le malattie metaboliche, il diabete tipo 2, alcune forme di tumori.
Quanto al contesto in cui tutto si svolgerà, la Puglia è la terra della biodiversità, dei prodotti freschi, degli ulivi e dell’olio extravergine, dell’ortofrutta, dei cereali, dei legumi, dell’uva e dei vini, della carne e dei latticini, delle spezie. Siamo parte importantissima di un grande patrimonio dell’umanità: la Dieta Mediterranea. Possiamo mangiare e vivere meglio e – per questa via – sospingere cambiamenti e trasformazioni “dolci”, ma allo stesso tempo molto “rivoluzionarie”, favorendo la transizione verso un’agricoltura e sistemi alimentari attenti ai valori nutrizionali degli alimenti, contribuendo altresì al miglioramento del clima.