Ibis Sacro in Puglia: l’avvistamento nel Salento attira l’attenzione degli studiosi

Nella giornata di lunedì, il territorio gallipolino ha visto la presenza inaspettata di un Ibis Sacro, un grosso uccello originario della regione subsahariana africana appartenente alla famiglia Threskiornithidae. Questo avvistamento ha suscitato un vivace dibattito non solo nel Salento, ma anche in altre aree d’Italia, in particolare in Emilia-Romagna. La segnalazione è stata fatta da Francesco Chetta, guida ambientale che ha immortalato il momento a Baia Verde, condividendo le fotografie sul suo profilo Facebook. Le sue parole rivelano una prima impressione di preoccupazione: «Pensavamo fosse ferito o in difficoltà, invece si mostrava a suo agio». L’Ibis Sacro era già stato avvistato in altre località salentine, come a Torre San Giovanni e a San Foca.

La diffusione dell’ibis sacro in Italia

L’Ibis Sacro è una specie che ha fatto il suo ingresso in Italia negli anni ’80, dopo essere stata introdotta in Europa, probabilmente per scopi zoologici. Tuttavia, alcuni esemplari hanno trovato il modo di adattarsi all’ambiente naturale e si sono riprodotti. La prima nidificazione documentata in Italia risale alla fine degli anni ’80, nel vercellese, in Piemonte, dove le risaie fornivano un habitat ideale. Inizialmente, la colonia contava circa venti coppie e preferisce nidificare su alberi, attaccando raramente a terra. Gli esperti hanno osservato che gli Ibis Sacri si nutrono di una varietà di alimenti come insetti, pesci, anfibi e persino piccoli mammiferi.

Il dottor Giuseppe Lagioia, ornitologo esperto impegnato nella ricerca e nella gestione della fauna selvatica, spiega che in Puglia i primi avvistamenti sono stati registrati nel 2015. Nel 2020, questi uccelli hanno popolato le zone umide più grandi della regione, in particolare a Manfredonia. Recentemente nel mese di dicembre 2024, nel versante ionico a Nord di Porto Cesareo, sono state riportate segnalazioni di avvistamenti. Inoltre, le coste e le zone umide del Salento sembrano essere in grado di sostenere una popolazione crescente di questi animali.

La questione della nidificazione e dell’impatto ecologico

I movimenti dell’Ibis Sacro nel territorio sono facilitati dalla sua capacità di volare aggraziato e da una notevole adattabilità, il che rende difficile stabilire se gli avvistamenti recenti riguardino sempre gli stessi esemplari. Questi uccelli prediligono habitat umidi e coste, ma non disdegnano terreni coltivati e discariche, mostrando una certa versatilità nei luoghi di alimentazione. Lagioia sottolinea che, sebbene le aree umide possano offrir loro abbondanza di cibo, le condizioni estive nel Salento, quando molte di queste zone possono seccare, potrebbero limitare le opportunità di nidificazione.

Nonostante la bellezza e il fascino di queste creature, l’Ibis Sacro non è esente da critiche. Essendo classificato tra le specie invasive, rappresenta una minaccia per la biodiversità locale poiché compete per risorse e habitat con altre specie autoctone. Secondo la normativa attuale, il ministero della Transizione Ecologica ha emesso un piano di gestione per monitorare e controllare l’espansione dell’Ibis Sacro, con l’intento di trovare un equilibrio tra la conservazione della fauna selvatica e la protezione degli ecosistemi locali.

Un’opportunità di convivenza

In assenza di evidenti impatti negativi sull’economia locale e sulla salute degli ecosistemi, la questione della gestione dell’Ibis Sacro potrebbe rivelarsi come un’ulteriore sfida per le comunità locali. Le autorità e gli enti coinvolti nella conservazione della natura dovranno lavorare insieme agli abitanti del luogo per sviluppare strategie efficaci di convivenza con questa specie. L’attenzione continua al comportamento e alle abitudini di alimentazione dell’Ibis Sacro costituirà un importante passo verso la gestione ecologica sostenibile nel Salento e oltre.

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