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Diete di sportivi e calciatori: l’alimentazione alla base dei successi

Con l’aumento dei social network siamo sempre più “invasi” da immagini di sportivi e atleti con fisici perfetti, armoniosi e sani. Avere corpi del genere è il sogno di molti, ma pochi immaginano che dietro a quegli addominali scolpiti e quadricipiti d’acciaio ci sono tanti sacrifici a tavola oltre che in allenamento. La forma fisica passa infatti inesorabilmente anche dall’alimentazione, soprattutto degli atleti chiamati a prestazioni di alto livello ogni settimana, e in quest’ambito può risultare molto utile fare riferimento alle diete seguite dai grandi campioni dello sport, passando ad analizzare anche cosa mangiano gli azzurri della nazionale italiana di Mancini.

Foden, Ibra e Håland età diverse, ma stessa consapevolezza a tavola.

Da quando il presidente del Milan dei record Silvio Berlusconi nella seconda metà degli anni ‘80 decideva di riorganizzare l’alimentazione dei rossoneri vietando la “celebre” crostata di frutta, sono trascorsi oltre 30 anni, e tante cose nel calcio sono cambiate. Una fra queste è appunto l’attenzione che si investe nel cibo che mangiano gli atleti, considerato vero e proprio carburante per le prestazioni.

Emblematica è ad esempio l’applicazione che il giovane talento dell’Inghilterra e del Manchester City Phil Foden impiega nella propria alimentazione: ha deciso di basare la propria dieta sulla qualità assumendo uno chef personale. A soli 21 anni la consapevolezza in merito ai benefici di una dieta sana di Foden è un chiaro segnale di come la cultura sportiva stia cambiando, grazie anche a esempi come Cristiano Ronaldo. Il campione portoghese è un “dio moderno”, icona di bellezza, longevità, professionalità e successo sportivo, nonché uomo immagine della Nike. Non è un caso che sia ancora fra i migliori cannonieri al mondo a oltre 35 anni, e che continui a far parlare di sé su statistiche, quote di ogni competizione, come confermano i dati delle scommesse sportive Betway al 24 giugno relative alla vincitrice di Euro 2020 che vedono il Portogallo fra le prime a quota 8,00. Oltre alla genetica, che ha regalato al portoghese un fisico nato per giocare al calcio, il talento di Funchal ha costruito la propria carriera sul lavoro: è un atleta professionista a tutto tondo che ha curato il proprio corpo fin dall’adolescenza, e la sua giornata è regolata da ritmi ben definiti di allenamento, recupero, alimentazione e persino crioterapia. La dieta è uno degli aspetti più curati da CR7, che non fa segreto di mangiare enormi quantità di pesce, in particolare baccalà pescato tipico portoghese, e di fare numerosi pasti durante la giornata.

Lo stesso si può dire per i due giganti scandinavi, lo svedese Zlatan Ibrahimovic e il norvegese Erling Håland, tanta differenza d’età ma stessa abnegazione ad attenzione al dettaglio anche a tavola. Ibra non mangia pasta, assume carboidrati solo dai cereali e difficilmente da farine bianche concedendosi una pizza ogni tanto, inoltre non ammette zuccheri di nessun tipo. Il suo “erede” norvegese, come molti lo hanno definito, osserva anch’egli un regime alimentare molto accorto, preferendo frutta secca e pesce a fritti e alcol, nonostante i suoi 21 anni.

Lukaku ha cambiato dieta a Milano. La nazionale italiana può mangiare pizza a Euro 2020

Nei mesi scorsi anche il centravanti campione d’Italia con l’Inter Romelu Lukaku aveva svelato i segreti della propria dieta cambiata proprio all’arrivo a Milano. L’attaccante belga ha rivelato di non essersi mai sentito così forte e di basare il proprio regime alimentare su principalmente insalata e pesce, mentre come carboidrati sceglie pasta shirataki, riso nero e patate dolci. Conosciamo quasi tutti i dettagli dell’alimentazione di Lukaku che ha partecipato a un podcast proprio relativo al benessere a tavola, in cui con il nutrizionista dell’Inter Matteo Pincella ha “regalato” diverse informazioni personali. Nel podcast pubblicato sui canali social interisti si scopre che il belga ha un regime alimentare che si differenzia da pre e post partita: dopo e prima delle partite può “esagerare” con i carboidrati, e per i recuperi dopo una partita può arrivare a mangiare fino a due pacchi di gnocchi.

La nazionale italiana ha un 2021 ricco di impegni fra Euro 2020 e Nations League, e così, mentre i propri connazionali saranno concentrati davanti alla TV, loro, i calciatori azzurri proveranno a dare una gioia ai tifosi che manca da ormai 15 anni. Per far ciò l’Italia si è affidata all’esperienza del già citato Matteo Pincella, un vero e proprio “guru” dell’alimentazione legata allo sport che è coadiuvato da uno staff che fra gli altri vede anche il cuoco Claudio Silvestri. Ebbene sulla tavola dei nostri calciatori non manca la pizza, ma anche altre golosità ci rivela Pincella, che ritiene che il pasto vada consumato in maniera lenta e si debba stare seduti per almeno 40 minuti. Uno dei momenti più importanti è ovviamente il pre partita, e per queste occasioni normalmente lo chef prepara pasta lunga con pomodoro e parmigiano, e per completare frutta consumata al naturale e non in centrifugati. Non può mancare assolutamente l’utilizzo dell’olio crudo, e la Puglia ne è notoriamente grande produttrice, rigorosamente extra vergine di oliva ovviamente.

Secondo Pincella, Arsène Wenger è stato il primo allenatore della storia del calcio a parlare di alimentazione come un mezzo non soltanto per stare meglio, ma anche migliorare le prestazioni sportive degli atleti. Il nutrizionista entrato a far parte di Casa Italia quando sulla panchina della nazionale c’era Prandelli, ci dice che i segreti nella preparazione dei piatti dei suoi assistiti sono: gusto, digeribilità e leggerezza.

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