La canapa è una pianta con molti utilizzi- si conta circa 50.000 prodotti realizzabili dalla pianta di canapa.
Negli ultimi anni è tornata sotto i riflettori dopo che la comunità scientifica, timidamente si è avvicinata al CBD o cannabidiolo.
Questa molecola contenuta nella canapa, è molto benefica per l’organismo e numerose ricerche confermano le sue proprietà farmacologico o trovano utilizzo in sempre nuove malattie.
Il cannabinoide in questione non ha effetti droganti ed è molto presente nelle piante di canapa sativa – lo si può assumere per via interna, solitamente attraverso l’olio di CBD, un estratto della pianta che viene miscelato in oli vegetali – ma lo si può trovare anche nelle semplici infiorescenze della pianta.
Oggi in Italia la coltivazione della canapa sativa, impropriamente chiamata cannabis light, si è diffusa in tutte le provincie, la Puglia è la regione di spicco, sia per le attività pioneristiche nel settore sia per l’alta concentrazione di aziende agricole che coltivano ed eseguono le prime trasformazioni.
Non è solo questione di CBD
La canapa è una pianta presente nella medicina tradizionale fin dagli albori della civiltà, non certo grazie al solo CBD o THC, i due cannabinoidi più famosi…
Questa pianta infatti presenta più di 100 molecole benefiche tra cannabinoidi – terpeni – flavonoidi…
Spesso infatti, veniamo un po’ tutti tratti in inganno sull’argomento, pensando necessariamente che la cannabis si declini a solo 2 sostanze, una drogante e l’altra ad alto valore medico – pensando erroneamente che siano solo queste le principali responsabili degli effetti benefici –spesso sentiamo anche parlare dell’effetto entourage senza capirne a pieno il significato.
Con effetto entourage, si definisce infatti l’azione sinergica sul nostro organismo, da parte delle varie molecole sopracitate…
Volendo approfondire i terpeni: molecole volatili che noi percepiamo come aroma, odore.
Queste molecole sono presenti in natura in tutte le piante, la canapa come molte altre piante officinali, ha buone quantità di terpeni ad alto valore farmacologico come:
- Mircene, presente anche nella lavanda e luppolo
- Carofilliene, lo si trova anche nel pepe e le spezie
- Terpinolene, che oltre alla canapa è in buone quantità anche nel rosmarino e salvia
- Limonene, presente negli agrumi, in alcune resine
Le piante di canapa della specie sativa, si declinano in fine a varie genetiche o strain, che chiaramente portano ad aromi differenti, quantità terpeniche in concentrazioni diverse e di conseguenza anche effetti benefici diversi.
Per esempio, il Mircene è molto facile trovarlo negli strain con un forte aroma terroso e di muschio ed è particolarmente indicato per mal di testa, ansia, dolore neuropatico ed infiammazioni nervose- mentre il limonene, come si buon ben immaginare dal nome, è molto presente negli strain con un forte aroma agrumato – possiede ottime proprietà antiossidanti e antibatteriche, recenti studi hanno evidenziato proprietà anti tumorali.
Nella canapa il limonene facilita l’assorbimento dei cannabinoidi da parte delle cellule – facilita una miglior assimilazione.
Limonene e Canapa
Volendo aumentare l’efficacia di assimilazione, dovremo optare per prodotti ad alto contenuto di questo terpene.
Il limonene lo possiamo trovare in abbondanti quantità negli strain in cui spiccano forti aromi di limone o agrumi, la genetica simbolo è chiamata Lemon haze, un incrocio a predominanza sativa.
L’originale di questa pianta non rientra nelle sementi utilizzabili per la coltivazione della cannabis light, ma oggi sul mercato della cannabis light troviamo spesso questo strain.
Abbiamo chiesto maggiori informazioni a Knapios, produttori di canapa light, tra cui la lemon haze CBD.
Spesso questo nome viene indicato per richiamare agli occhi del consumatore, il concetto, l’idea che il prodotto in questione abbia un forte aroma di limone- ci sono però anche molti casi in cui la varietà di cannabis light, quindi piante totalmente sativa, hanno un sapore ed aroma simile alla famosa genetica in questione.
La cannabis viene definita light per la carenza di principi droganti, quindi di basso contenuto di THC, ma l’aroma, la presenza terpenica non è toccata da questi aspetti e può quindi uscire un sapore molto simile.
La risposta in merito al migliorare la qualità terpenica, è duplice: da una parte conta la genetica, dall’altra conta il metodo di coltivazione adottato – si è visto infatti che utilizzare pratiche di living soil nelle coltivazioni in serra o outdoor, porta la pianta a sviluppare con più facilità un ricco complesso terpenico.
Non resta che informarsi bene prima di approcciarsi alla cannabis e qualora si voglia andare sul sicuro, si può sempre ricorrere all’olio di CBD, possibilmente a spettro completo, con al proprio interno tutte le varie molecole presenti nella canapa.