Cinque nuovi presidi Slow Food in Puglia

Presidi Slow Food in Terra di Puglia

 Il movimento Slow Food è saldamente rappresentato nella nostra regione, terra ricchissima di antiche tradizioni contadine e marinare, dove non si può non parlare della presenza di una gastronomia di grande valore.

La Puglia attualmente può vantare cinque nuovi Presidi Slow Food: si tratta del pane di Monte Sant’Angelo (Foggia), la focaccia a libro di Sammichele di Bari, il confetto riccio di Francavilla Fontana (Brindisi), il colombino di Manduria (Taranto) e la capra jonica, originaria della penisola salentina, specialità già incluse nell’Arca del Gusto (cioè nel catalogo dell’associazione che racchiude elementi della gastronomia e della cultura a rischio scomparsa) che sono stati presenti alla manifestazione enogastronomica internazionale  ‘’Terra Madre Salone del Gusto’’, in programma a Torino dal 22 al 26 Settembre, presso lo stand della Regione.

Siamo nel cosiddetto ‘’Tacco d’Italia’’ nonché nel profondo Sud e la frutta è annoverata come prodotto da tutelare. Ovviamente non potevano mancare gli agrumi. Slow Food tutela quelli del Gargano, gli unici coltivati lungo la costa dell’Adriatico e presenti tutto l’anno con qualità a diverse maturazioni.

A fianco di arance bionde e limoni, troviamo anche le albicocche di Galàtone e le mandorle di Toritto. Quando si parla di ortaggi invece, lo Slow Food ha scelto di valorizzare due tipologie di pomodoro: il fiaschetto di Torre Guaceto e il pomodoro regina di Torre Canne, che deve il suo nome proprio alla forma simile a quella di una piccola corona.

Con il riconoscimento a presìdi, queste piccole produzioni diventano protagoniste di veri e propri progetti di salvaguardia e promozione. 

Slow Food ha spiegato che l’ingresso dei cinque nuovi presìdi è frutto di un lungo lavoro, che in Puglia ha portato allo sviluppo di una task force di cui fanno parte anche due biologi, due veterinari e due agronomi.

Il team ha studiato i prodotti caso per caso. Ne sono stati proposti 16 all’amministrazione regionale che, attraverso l’assessorato all’Agricoltura, ne ha scelti subito cinque. “Ma siamo già al lavoro per i prossimi”, assicura Marcello Longo,  referente dei Presìdi Slow Food in Puglia.

 Gli altri undici prodotti che aspettano di diventare Presìdi sono: l’Uva Baresana, il Maiale nero dei Monti Dauni, il Pisello riccio di Sannicola, il Pisello nano di Zollino, il Pisello secco di Vitigliano, il Carosello tondo verde di Massafra, il Pomodoro D’Aradeo, il Carciofo brindisino, il Mugnoli di Soleto, la Cipolla rossa delle Saline di Margherita di Savoia, la Mandorla Tondina dell’alto Salento, ed infine il Mandorlo Carluccio di San Vito dei Normanni.

Sviluppo dello Slow Food

 Slow Food, movimento culturale internazionale, nasce nel 1986 a Bra su idea del gastronomosociologo ed attuale Presidente Carlo Petrini, con il nome di ‘’ArciGola’’, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura legata al cibo ed abbracciare una vera e propria filosofia di vita che, al di là degli aspetti gastronomici, si caratterizza per la presenza di un’importante componente sociale, in forte contrasto quindi con le catene alimentari fast food le quali, finiscono per proporre sulle nostre tavole cibo dalla qualità non eccellente ed inculcare abitudini alimentari errate.

L’associazione è coordinata da un Consiglio Internazionale e guidata da un Comitato Esecutivo che si adopera a livello globale coinvolgendo milioni di persone in oltre 160 paesi. Slow Food opera anche nell’ambito della formazione attraverso la creazione della casa editrice Slow Food Editore.

Presidi Slow Food

La Fondazione dei presidi slow food nasce nel 1999 con lo scopo di salvaguardare le piccole e medie imprese dell’eccellenza gastronomica che si ritrovano ad essere minacciate a causa dell’industrializzazione, dell’omologazione e del degrado ambientale. Riuscire a salvare queste piccole realtà è molto importante perché c’è necessità di non far scomparire del tutto queste tradizioni secolari ovvero..mestieri, tecniche di lavorazione e produzione e metodi di coltivazione che, in qualche modo, rischiano di essere dimenticate per sempre e di non essere tramandate alle generazioni future.

Oltre alle tradizioni, a scomparire sono anche moltissime tipologie e varietà di frutta e verdura che vengono coltivate solamente in determinate zone e che, addirittura, non sono neanche conosciute nel resto dei territori.

Il lavoro principale che svolgono i presidi slow food è quello di avere un rapporto diretto con i lavoratori aiutandoli ad entrare, a loro volta, in contatto con altri Paesi facilitando così la conoscenza e la successiva esportazione dei loro prodotti.

Il successo del movimento Slow Food ha finito per incidere anche sul modo in cui gli italiani fanno la spesa. Rispetto al passato, infatti, è in costante crescita il numero di persone che legge le etichette dei prodotti in vendita all’interno dei supermercati o che preferisce acquistare esclusivamente prodotti bio.

Dalla sua nascita, il movimento si è diffuso un po’ ovunque. Basti pensare che oggi vanta una rete operativa in 160 paesi del mondo.

Fondazione Slow Food per la Biodiversità

La Fondazione Slow Food per la Biodiversità – Onlus difende la biodiversità alimentare e le tradizioni gastronomiche, promuove un’agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente, dell’identità culturale dei popoli e del benessere animale.

Finanzia i progetti realizzati per la tutela della biodiversità: l’Arca del Gusto, i presidi, 10.000 orti in Africa, Mercati della Terra e i Cuochi dell’Alleanza.

Slow food inoltre promuove i Mercati della terra in tutto il mondo, al fine di vendere prodotti di alta qualità ma anche di creare un legame tra piccoli produttori e consumatori.

 Vi sono attualmente 79 mercati della terra nel mondo che coinvolgono 28 Nazioni.

Il marchio Presidio Slow Food

 Nel 2008 Slow Food ha registrato il marchio “Presidio Slow Food®” e lo ha dato in concessione ai Presidi, affinché lo inserissero sulle etichette dei prodotti di alcuni paesi.

Il marchio consente ai produttori di differenziarsi sul mercato e di tutelare le produzioni dai rischi di contraffazione.

Oggi, i Presidi sono l’unica comunità e l’unico progetto di Slow Food che usa il logo anche sull’etichetta dei prodotti. Il marchio deve sempre essere accompagnato, quando è applicato su etichette o confezioni, dalla frase: “I Presidi sono progetti di Slow Food che tutelano piccole produzioni di qualità realizzate secondo pratiche tradizionali”.

Slow Food quindi sta lavorando per sostituire i tanti loghi esistenti che oggi identificano le singole progettualità con un unico simbolo grafico: la ‘’chiocciola’’ Slow Food. Questo percorso prevede la sostituzione dell’attuale marchio Presidio Slow Food (spirale colorata) con il nuovo marchio che affianca la dicitura “Presidio Slow Food” alla chiocciola (di colore rosso).

a cura di Raffaella Cimmarusti

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